lunedì 19 dicembre 2011

il sindacale minimo

ho sentito di pendolari che giovedì sera hanno raggiunto Gessate, con la MM 2, e dormito all'addiaccio in attesa che la mattina successiva ripartisse il trasporto extra-urbano (indietro non potevano tornare, perché nel frattempo si è fermato il comparto dei mezzi urbani).

Bizantinismi di un sindacato diviso in innumerevoli sigle, incapaci di trovare un accordo tra loro perché molto poco interessate a tutelare i diritti dei lavoratori: quello che conta, semmai, è difendere - o ancor meglio incrementare - il proprio peso specifico.

Oggi sciopero generale del pubblico impiego, con modalità diverse a seconda del settore di appartenenza.

Mai una volta che si scioperi il mercoledì, sempre venerdì (di preferenza) o lunedì.

I miei amici che si professano rossi (che brutte queste distinzioni: io preferirei che tutti ci dicessimo liberi, e autonomamente valutassimo se una scelta ci sembra giusta o sbagliata indipendentemente dal nome e dal colore di chi ci dice che in quel modo la dovremmo pensare) mi fanno notare che chi sciopera perde un giorno di lavoro, dunque di paga.

Vero. Mi sembra perciò
un peccato che il sindacato sfrutti questa fiducia che in lui viene riposta e scientemente collochi gli scioperi a ridosso del week-end, in modo da poter gonfiare le piume e alzare la voce presentando numeri che - evidentemente - sono esagerati dall'aggiunta, nel calderone, di quelli che dietro al paravento dello sciopero trovano il modo per fare la "zonta" al fine settimana.

Se veramente il sindacato tenesse ai diritti dei lavoratori, e non al proprio peso specifico, sarebbe il caso che si interrogasse nella ricerca di qualche strumento di tutela - ad esempio - per noi giovani, costretti sempre a pagare contro un mondo del lavoro che si fa continuamente beffe di noi e dei nostri sogni offrendoci contratti ridicoli per salari da fame.

Pensate che idioti: noi precari abbiamo scioperato una volta sola; era di sabato, perché generalmente quel giorno non lavoriamo..

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