domenica 17 novembre 2013

Giornalista vs. Freelance

Da bambino sognavo di fare il pompiere.
Ma le maestre mi pronosticavano un futuro da giornalista.
Ora sono web copywriter e blogger, e faccio il pompiere solo con l'emotività (ma questa è un'altra storia..), perché fare il giornalista non potrebbe proprio essere il mio mestiere.



Lo spunto per questa riflessione mi deriva da una trasmissione di Radio24.
Una ragazza (che non ricordo il nome) ha pubblicato su Linkiesta un'interessante.. inchiesta sul mondo delle "case chiuse" in Spagna.
E' stata introdotta da Federico Taddia (lo speaker) come "freelance". In effetti lo era: ha scelto un argomento e si è presa la briga di andare ad approfondirlo, intervistando la maitresse più famosa di Barcellona e allargando da lì lo sguardo sulla prostituzione ai tempi della crisi e di un tasso di disoccupazione che in Spagna ha raggiunto il 27% (sorbole!).
La "freelance" ha proposto questo approfondimento a diverse testate (immagino), e Linkiesta se lo è aggiudicato, o forse Linkiesta ha offerto lo spunto e la "freelance" è andata a svilupparlo. Così, la scuola insegna, dovrebbe funzionare il giornalismo.
Invece la figura del giornalista si è trasformata negli anni, ed è bene che rimettiamo ordine nel significato del termine: se un tempo (forse) il giornalista si concentrava sulla cronaca nuda e cruda, o - meglio ancora - era "il cane da guardia del potere", ossia quello che andava a indagare e smascherare le sue nefandezze, oggi è semplicemente un commentatore, al soldo di giornali che ambiscono a diventare un opinion leader; potremmo dire che oggi il giornalista è diventato un sicario di questa o quella parte politica o culturale, o - per citare Travaglio - il "cane da compagnia del potere".
Il vero giornalista dei nostri giorni, insomma, è il freelance; l'altro è solo un blogger, peraltro non sempre troppo documentato e molto spesso poco obiettivo.
L'importante è che sempre più persone comincino a rendersene conto..

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