mercoledì 19 ottobre 2011

la ditta appoggi è fallita

Ci hanno mangiato in tanti; incuranti di quello che sarebbe accaduto in seguito, ignoranti (nel senso originale del termine) dell'antico adagio indiano secondo il quale "la Terra non ci è stata regalata dai nostri padri, ma prestata dai nostri figli". Ne è derivata una nazione operosa quanto opulenta, "obesa", incapace di dare un limite al proprio appetito.

Ora che i nodi stanno venendo al pettine, comincia a farsi largo la consapevolezza che non ce n'è per tutti; ma, abituati bene come siamo stati, non riusciamo
a non cercare una scappatoia alla povertà, perché che siamo più poveri di qualche anno fa è un dato di fatto e che - così stando le cose - lo saremo anche di più andando avanti non sembra essere solamente un nefasto vaticinio.

Facile, dunque, aggrapparsi speranzosi all'unico che in Italia ha sempre pagato, anche quelli che non lo meritavano: lo Stato. Ignoranti, ancora una volta, del fatto che lo Stato siamo noi, e che per ogni voce di ulteriore spesa c'è anche una nuova tassa - necessaria a guisa di finanziamento - da introdurre, o alla meglio una vecchia da aumentare.

Facile, poi, dire che vogliamo una pensione ricca come quella della generazione che ci ha preceduto. Meno facile accettare che questa dovrà necessariamente essere un po' più povera, per fare in modo che chi arriverà tra qualche anno possa averne ancora una. Poi - gli stessi - parlano di solidarietà sociale..
Oppure: "Lo Stato dovrebbe provvedere a finanziare la scuola e la ricerca". Vero e giusto, ma sarebbe altrettanto vero e giusto, credo, affermare che prima di chiedere nuovi soldi bisogna cercare di utilizzare al meglio quelli "vecchi", ossia quelli che già si hanno a disposizione: quanti dirigenti scolastici hanno, da questo punto di vista, la coscienza sporca, oppure così assonnata da non rendersi neppure conto di non averla minimamente messa al lavoro quando i tempi lo permettevano, preferendo piuttosto alimentare una pletora di affezionati? Gli esempi potrebbero continuare, ad esempio passando al campo della sanità, ma non vi voglio tediare.

The Ugly Truth (la sporca verità) è che "la ditta appoggi è fallita", come mi hanno insegnato a dire - ma per altre ragioni - sei anni or sono. Lo Stato (o meglio: la politica) non può più permettersi - e nemmeno dovrebbe permettersi di pensare - di alimentare il consenso facendo ricorso alla spesa pubblica (che ricordiamo, tradotto significa "di tutti"); di non scontentare chi è già entrato nella macchina facendo - ancora una volta - ricorso alla spesa pubblica.

Vedete: l'Agenzia delle Entrate si è guadagnata una meda di critiche lanciando uno spot che paragonava l'evasore fiscale al parassita (della società). Che cos'altro sarebbe, secondo voi, l'evasore? Cos'è chi smette di lavorare (ma non di chiedere lo stipendio) una volta raggiunto l'agognato traguardo di un posto pubblico?

Diciamo una cosa scomoda: chi non paga le tasse può anche dire di farlo perché sono troppo alte; però le paghi, per cortesia, e solo in seguito proponga quale sarebbe la sua ricetta per ridurre il carico, cosa che anche io trovo sacrosanta. Diciamo un'altra cosa impopolare: chiedere la fattura costa di più, ma solo nel momento in cui si paga la differenza; non chiederla, invece, spalma sull'intera collettività - e per anni - il costo di questa inefficienza. Non è più grave?

A questo punto, provo a lanciare qualche proposta (perché a quanto pare gli indignados italiani sono stati capaci di lanciare solamente sampietrini ed estintori, o di scrivere comunicati stampa condivisi senza però costruirsi una personale coscienza critica): puniamo gli sprechi e le inefficienze; applichiamo i costi standard e non la scure dei tagli lineari, combattiamo l'evasione senza dimenticare di essere noi stessi - consumatori - il primo argine; inaspriamo le pene per i reati "dei colletti bianchi", che troppo spesso con la propria disonestà precipitano i lavoratori in una spirale di rassegnata e timorosa immobilità (come caspita la compro una casa, come caspita mi posso sposare se - con il mio contratto - nessuno mi offre credito?); rilanciamo il volontariato, risorsa che da sempre tiene a galla il Paese, e offriamogli un ruolo di supplenza del welfare, perché il welfare così com'è adesso non funziona e non può funzionare più.

Se hai altre idee, ti prego, aggiungile e cominciamo a discuterne: non possiamo sempre delegare questo compito allo Stato, specie fino a quando non avremo capito che lo Stato siamo noi!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

1. si vadano a prendere i soldi a chi ne ha tanti, e non sempre ai soliti noti (un po' di ridistribuzione dio santo)

2. trasferire risorse dal mondo finanziario a quello del lavoro (tradotto tassiamo le speculazioni e le rendite finanziare per detassare il lavoro), specialmente sulle transizioni a brevissimo e breve terimine

3. reintrodurre l'ici (2,5 mld di euro), non proprio bricilole: tutti i paesi civili pagano per gli immobili, in italia invece si supertassa il consumo (vedi benzina, tabacchi, iva ecc...)

4. dare più soldi alle persone che vorrebbero consumare ma non possono (il consumo in Italia vale il 60% del PIL, in USA il 70%): aumentare gli stipendi significa dare la possibilità alle persone di spendere di più

5. rivedere completamente il welfare state e finalizzarlo al singolo individuo piuttosto che ad istituzioni intermedie quali la famiglia, l'azienda dove si lavora: cioè se si deve dare i soldi perchè una coppia ha un figlio, si decide un tot a figlio, basta con le detrazioni dagli stipendi, il "dare soldi ai padri perchè poi li passino ai figli"

6. fissare un tetto massimo alle pensioni: non so 100.000 euro l'anno possono andare? facciamo 200.000? lavoravi bene e hai versato di più? bene, finanzi gli tutti gli altri

7. meno guerra in giro per il mondo, più risorse per il proprio paese

Anonimo ha detto...

Troppo spesso abbiamo sentito difendere la bontà e l'azione degli imprenditori, che creano sviluppo e benessere... il loro! Credo che tra di essi militino molti degli evasori fiscali, facilitati nel fatto di poter aggirare le imposizioni dello Stato. Molte aziende aprono e chiudono come si cambia un paio di scarpe, è vero non tutte! Molte hanno potuto sfruttare mobilità, casse integrazioni che non erano basate su una e vera e propria necessità. Il lavoro c'è ma ce lo stanno togliendo perchè conviene che sia così. Quindi sottolineo che questa cavalcante idea anti-statale sia da bilanciare con la constatazione che l'evasione fiscale si concentra maggiormente nell'impresa privata più che in quella pubblica. Con questo concordo che una seria riforma nello Stato ci debba essere ma che il privato sia stato dipinto con toni troppi "favolistici".

Nics ha detto...

1. Bruciare il Vaticano e distribuire le sue proprietà secondo esigenza
2. Appendere Silvio (con famiglia; Barbara può eventualmente essere destinata a placare la folla urlante. Ma anche Marina, va') a Piazzale Loreto
3. Legalizzare le droghe leggere
4. Instituire processi sommari per chi è in odore di mafia
5. Abolire la proprietà privata, statalizzare ogni azienda, diminuire i giorni e le ore lavorative
6. Abolire ogni produzione spazzatura di qualsiasi mezzo di comunicazione: tv, cinema, letteratura. Ciò sarà possibile grazie al punto 5 e alla conseguente mancanza di concorrenza e competitività
7. Concessione di diritti civili quali eutanasia e matrimonio e adozione a coppie omosessuali
8. Piena libertà alla ricerca scientifica