giovedì 24 aprile 2014

il ciclismo "pulito" e quel qualcosa che non mi torna

Leggi La Gazzetta dello Sport di mercoledì 23 aprile e trovi un articolo, magistrale, dedicato al libro "The fall. Ascesa e caduta di Lance Armstrong " (che conto di acquistare e leggere presto per intero), dove si dice che l'ossessione per l'EPO di Lance Armstrong è nata alla Freccia Vallone di 20 anni fa, quella di una (sporca?) tripletta Gewiss con Argentin, Furlan e Berzin.


Bene: due anni più tardi, il texano, reo confesso di doping, vinse sul Muro di Huy spianandolo in 3'03".

Leggi La Gazzetta dello Sport oggi, 24 aprile, e trovi il panegirico di Alejandro Valverde, fermo due anni per il coinvolgimento in Operacion Puerto, tornato alle corse "più pulito e più forte di prima".

Senza doping, si presume dunque, ha "bruciato" il Muro di Huy con il tempo di 2'39".

Lascio a voi l'esercizio di fare i conti e farmi sapere cosa non vi torna.

Io penso che, pur tenuto conto dell'evoluzione dei materiali e delle tecniche di allenamento, fare quasi 30" meglio di chi aveva una benzina speciale nel motore abbia quantomeno un che di prodigioso. Però voglio chiedere a chi fa il ciclista per professione o per enorme passione di aiutarmi e spiegarmi se sto sbagliando, e perché.

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